What the Victorians did for us

Proseguono con gusto e passione le mie visite a dimore storiche nonché le mie ricerche sull’arte e la storia sociale dell’era vittoriana.  Oggi mi sono recata a Leighton House, che, nel consueto giorno di chiusura settimanale, apriva i battenti solo per una ventina di "eletti", in occasione del seminario dal titolo: The Victorian Christmas.
Non mi dilungo a raccontarvi le bellezze della casa, certo potete immaginare da voi cosa voglia dire poter sorseggiare un tè o un caffè, accompagnati da biscotti e mince pies, in una sala da pranzo in stile come questa.
leighton house
In tale suggestiva cornice, tra mattina e pomeriggio, sei studiosi ed esperti si sono avvicendati con interessanti interventi riguardanti usi e costumi gastronomici del Natale Vittoriano. Sono venuta così a scoprire che le tradizioni natalizie britanniche, nel nostro immaginario vetuste e consolidate ormai da secoli, sono in realtà una creazione tutta ottocentesca e borghese. 
Il gusto romantico per il medioevo e la semplicità del passato, in reazione alla frenetica e progressiva industrializzazione, e certa letteratura del tempo, da George Eliot a Emily Bronte a Charles Dickens, hanno contribuito a creare alcuni miti e identificazioni con il Natale che sopravvivono fino a noi.
Sicuramente l’invenzione più illustre è stata il Christmas Pudding.
xmas plum pud 
Derivato da un antenato del XVIII secolo, il plum pudding, questo dolce di natale sembra riprendere anche gli ingredienti e le particolarità di un’antica torta inglese, la 12th Night Cake.  La 12th cake sembra sia stata creata nella Francia medievale per celebrare l’Epifania e che sia giunta poi in Inghilterra per essere gustata nel periodo compreso tra il 6 gennaio (la dodicesima notte dal Natale) e il mercoledi delle ceneri. Questo dolce prevedeva l’inserimento di un fagiolo e di un pisello secchi nella base dell’impasto. Chi avesse trovato i legumi nella sua fetta di torta, sarebbe divenuto rispettivamente il re o la regina della serata e avrebbe potuto dirigere il resto della compagnia in frizzi e lazzi o penitenze. La tradizione fu trasferita dai vittoriani nel Christmas Pudding con l’inserimento di vari oggetti,  tra cui uno scellino d’oro, un bottone di gilet da scapolo, un ditale d’argento da zitella e cosi via.
A rendere il Christmas Pudding il dolce natalizio per eccellenza hanno sicuramente contribuito due illustri personaggi: Charles Dickens e Mrs Beeton.
Memorabili restano le pagine del racconto "Canto di Natale", in cui Dickens descrive il pudding della signora Cratchit come un dolce fermo e pieno come una palla di cannone, che, appena tolto dal panno, profuma di dolce e di bucato e appare in tavola fiammeggiante, per la gioia di tutta la famiglia. 
D’altro canto, Isabella Beeton, autrice nel 1859 di un manuale di cucina ed economia domestica, ristampato, in versione più o meno anastatica, fino ai nostri giorni e considerato una bibbia della gastronomia (un pò come il nostro Artusi), cita il Christmas Plum Pudding quale dolce delle festività, e, nell’indicazione della stagione, lo ascrive proprio al 25 dicembre.
 
Il Christmas Pudding della Signora Beeton
 
Modo.—Togliere i semi e sminuzzare le uvette; lavare e asciugare i mirtilli, e battere finemente il grasso di rognone. Tagliare le bucce candite in fettine sottili e grattugiare il pane raffermo. Quando tutti questi ingredienti saranno pronti, mescolarli in una terrina con due uova sbattute e il brandy. Amalgamare bene e pressare il pudding in uno stampo imburrato; legare il tutto fermamente con un panno infarinato e bollire per 5 o 6 ore. Il pudding può essere bollito in un panno senza lo stampo e richiederà lo stesso tempo di cottura. Poiché il Christmas pudding è preparato con alcuni giorni di anticipo, quando sarà ora di portarlo in tavola andrà tuffato in acqua bollente e bollito per 2 ore; poi adrà servito con una salsa al brandy. Un rametto di agrifoglio è posto di solito al centro del dolce e un bicchiere di brandy viene versato sul pudding e infiammato al momento di servire.

In stagione:  il  25 di dicembre ed in varie occasioni festive, fino a marzo.

(The Book of Household Management, cap. 27, 1861)

xmas pudding 

16 thoughts on “What the Victorians did for us

  1. Hai evocato, da qualche parte, il Guru ed eccolo qua..questa nuova cuccia è ancora più CULturale dell’altra..bene,brava bis..

  2. urki che preparazione.. non so se ce la farei mai a portarla alla fine..
    per non parlare del grasso di rognone..

    pero’ che invidia, sara’ stato stupendo visitare quella casa e parlare del natale..
    era anche addobbata?

    grazie di queste segnalazioni sei un mito!

  3. Buongiorno! Detta tra noi… sarai anche in esilio ma te la passi mica male lassù.
    Confermo che nei tuoi scritti descrivi angoli e aspetti di Londra che desidero molto conoscere. Un giorno, chissà..
    Ciao. Die

  4. Una cosa e’ certa e forse non mi trasformera’ mai in una donzella inglese a tutti gli effetti, a me il christams pudding non piace…non mi piace il sapore, ne’ i canditi ne’ tantomeno il grasso di rognone. Ricordo che lo comprai e lo portai a Roma, bello con la sua glassa la sua decorazione, e’ stato tagliato e servito nei piattini….e quasi tutti in coro, dopo il primo assaggio, mi hanno mandato a quel paese. La mia tata, mi disse “con tutto il bene che ti voglio, ma non posso” e visto che cucina in maniera favolosa – e non perche’ e’ la mia tata – come poterle dare torto? Ad ogni modo una volta che vai a queste visite, in queste dimore favolose…mi posso aggregare?????
    Ps ho quasi 30 anni e si’ ho ancora la tata 🙂

  5. Effettivamente il pudding è una mattonata che non si addice molto ai gusti italici. Io preferisco di gran lunga la Christmas Cake (anche questa va cotta in forno per ore), una torta casalinga che mi ricorda molto lo Zelten trentino (l’impasto è simile, solo che al posto della birra scura ci si mette la grappa, hehehe). Comunque tra i vittoriani stessi qualche detrattore c’era già, ad esempio lo scrittore WIlkie Collins, amico e collaboratore di Dickens, definiva il Natale “This awful Christmas time!”
    Quanto al pudding, ecco cosa pensava:
    “At this festive season when the Plague of Plum pudding extends its ravages from end to end of the land, and lays the national digestion prostrate at the feet of Christmas…I had planned to give up eating and drinking until the return of Spring …”

  6. PS: Io ho come dire usufruito della lezione di golf, perchè Colin FiNth, tutto sorrisi mi ha datto ma dai su prova, prova su dai, dai su prova, siccome sembrava si fosse incantato per farlo stare zitto ho deto OK PROVO! si decisamente posh

  7. Sei stata alla mostra di Dulwich? Quella The age of enchantment? Adesso non e’ tanto stagione da Dulwich con questa pioggia, ma in primavera fare un giro da quelle parti e’ sempre un bel pomeriggio.

  8. Non ancora, ma è nella mia lista progetti a breve termine, anche perché Dulwich è vicinissima a SE4, quindi la pioggia non costituisce un deterrente.
    CI vediamo per quel tè, allora 😉

  9. Ma come? Io ogni volta che vengo a Londra mi viene solo da ciulare con tutte quelle belle fighe in giro per la città… e voi ve ne andate in giro per dimore ottocentesce con wallpaper ammuffita?? Noooooooooooooooooo!!!

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